Pubblicato il

Miroirs – recensione

“Il luxury brand famoso in tutto il mondo, CHANEL, e la donna che lo ha creato, Gabrielle Chanel…

In un prezioso volume, i famosi autori Kaiu Shirai e Posuka Demizu (The Promised Neverland) raccontano tre storie ispirate alla vita e alla filosofia di questa donna straordinaria.”

Kaiu Shirai e Posuka Demizu (The Promised Neverland) tornano di nuovo a stupirci con un elegante volume unico ispirato a Gabrielle Chanel.
La filosofia e lo stile dell’icona di moda (e non solo) più conosciuta al mondo sono qui espressi attraverso tre racconti distinti, ognuno dei quali richiama un aspetto diverso di Chanel.
Nel primo, intitolato “Sorcières/La strega”, conosciamo una bambina, Coco, e il suo amore per i libri; sarà proprio questo suo affidarsi alla propria immaginazione che le farà incontrare una “strega” – appunto – che la aiuterà a riflettere sul proprio futuro e trovare la sua via.
Il secondo, “Menteuse/La Bugiarda”, è invece la storia di una ragazza che grazie a trucco e abiti cambia la propria immagine a piacimento vivendo vite diverse: da amante del rock a lolita di buona famiglia, da appassionata di moda a biker, mostrandoci quanto sia facile cadere vittime del suo fascino stereotipato a seconda dell’occasione.
Nel terzo racconto, “Corneille noir/Il Corvo”, troviamo Mugi. Il ragazzo è da sempre insoddisfatto del proprio aspetto, ma l’incontro con Akito gli farà vedere le cose sotto una luce nuova, facendogli scoprire che non bisogna avere paura di mostrarsi per come si è.

Coco, Miyu e Mugi incarnano perfettamente diversi aspetti dell’essere di Gabrielle Chanel, creando una sorta di sensazione di riflesso della sua persona in vari specchi (da qui il titolo Miroirs) come spiega nella parte conclusiva del volume lo stesso Shirai: “Il termine in francese significa ‘specchi’. […] Perciò abbiamo pensato di spargere in ciascun capitolo frammenti dell’immagine di Gabrielle attraverso le caratteristiche dei personaggi” in particolare affidando loro – in ordine – il potere dell’immaginazione, l’abbattimento degli stereotipi e la ricerca della propria indipendenza, il voler essere se stessi anche rompendo i canoni dell’abbigliamento.

Ma la figura di Chanel viene rappresentata anche attraverso gli oggetti che l’hanno resa icona, primo tra tutti il profumo n°5 ben visibile in alcune tavole di ogni racconto. Tutto ciò a dimostrazione del certosino lavoro di documentazione dei due autori, spiegato anche nella parte finale del volume che è stata dedicata ad un Q&A con Shirai e Demizu.

A differenza di The Promised Neverland, le tre storie sono molto lineari. In tutte e tre l’incontro con un altro personaggio diventa punto di svolta e risoluzione, ma questa semplicità rende più facile immedesimarsi ed emozionarsi.
Il vero punto di forza del volume è però il comparto grafico, come già si può intuire dalla copertina con inserti dorati. Shirai stesso spiega di aver strutturato il name come se fosse un art book della sensei Demizu ma sotto forma di manga; il risultato è magnifico. Posuka Demizu ci ammalia con personaggi espressivi e disegni curati fin nei minimi dettagli, dalle rifiniture dei capi di abbigliamento ai paesaggi e all’architettura. Gli sfondi sono talmente precisi che è facile perfino riconoscere il quartiere di Ginza (le storie sono ambientate nel Giappone odierno). Ma soprattutto grazie all’uso del colore la sensei crea delle vere e proprie opere d’arte. È il colore ad accompagnare la rivelazione dell’incontro nei tre racconti, diventando così non solo parte estetica ma espediente narrativo: mano a mano che i personaggi prendono consapevolezza la presenza del colore nelle tavole aumenta fino a riempire le pagine con illustrazioni a tutta tavola.

Interessante è anche il brevissimo making of della sensei alla fine di ogni capitolo, che dona ulteriore pregio a questo volume. Questo aspetto, unito alle storie in sé, ai disegni e al Q&A, rende il volume imprescindibile anche per chi non è particolarmente interessato alla figura di Gabrielle Chanel. È vero che non conoscendo il personaggio il rischio è quello di non cogliere molte citazioni all’interno delle tavole, ma resta comunque una lettura piacevole e soprattutto visivamente sublime e magari, chissà, potrebbe invogliarvi a scoprire questa icona della moda.